Paola Pezzi

...“Non uso materiali classici. Non uso il bronzo e nemmeno il marmo, non mi appartengono. Uso quello in cui inciampo felicemente e che mi consente di scivolare verso altre forme ed altri spazi. La gomma che adopero ultimamente mi affascina per la sua duttilità e per la sua capacità di sembrare altro... è un materiale saturo, palpabile, ambiguo, a tratti distante. Perché, dopo tutto, il materiale è talmente relativo... quello che conta è l’opera. E l’opera sovrasta il materiale, lo potenzia e lo ammutolisce, lo riduce a non materiale: lo rende immateriale... Vorrei essere in grado di cogliere e di bloccare il moto delle onde, facendolo mio. Gli andamenti che cerco, come è evidente, sono naturali, quasi che non li facessi io. Le opere devono sembrare mosse da una inspiegabile forza, da condizioni esterne alle mie mani che fanno. Sono vicina alla natura, ma non mi interessa usare solo materiali naturali. Mi interessa la naturalità che caratterizza i materiali e la possibilità che offrono di essere trattati. Uso il feltro come il sughero o la gomma. Non mi formalizzo a proposito dell’origine dei materiali, li uso e basta se mi corrispondono.” (Da una conversazione con Federico Sardella)

“Non grandi opere ma concentrazioni, non divagazioni spaziali ma porzioni di spazio assorbito, autonomo, che parla dell’uomo e delle sue radici.” Paola Pezzi

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Nata a Brescia nel 1963, si trasferisce a Milano negli anni ‘90, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera seguendo, tra gli altri, i corsi di Luciano Fabio e Zeno Bivolli. La sua prima esposizione personale ha luogo nel 1990 nella galleria di Franco Toselli a Milano, seguita da quella alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma nel 1995, con l’acquisizione di alcuni pezzi anche da parte di Giuseppe Panza di Biumo. Tra le numerose mostre personali sono da ricordare quelle allestite presso: Spazio PAePA e DesignElementi Hub di Gaggenau (Milano, 2022); Lee-Bauwens Gallery (Bruxelles, 2019); l’Istituto Italiano di Cultura (Lisbona, 2018); Palazzo Ducale di Mantova e la Galleria Art Loft a Bruxelles (2017); Galleria Peccolo (Livorno, 2015), l’Istituto Italiano di Cultura a Marsiglia e il Museo dell’Arte della Tornitura del Legno di Pettenasco (2013); Fabbri Contemporary Art (Milano, 2012); l’Istituto Italiano di Cultura (Strasburgo, 2010). Tra le più importanti collettive The Earth has a memory presso Lee-Bauwens Gallery (Bruxelles, 2022); GestoZero al Museo Santa Giulia di Brescia, al Museo del Violino a Cremona e all’ex chiesa di Santa Maria Maddalena a Bergamo (2020-21); Portofranco al Palazzo della Triennale (Milano, 2018); Ridisegnare il mondo 2008-2009 all’Università Bocconi (Milano, 2015-16); su invito di Bruno Corà, il Convegno - Esposizione Internazionale Au rendez-vous des amis (Città di Castello, 2015); Objet perdu. Discorsi sul metodo alla Fondazione Museo Pino Pascali (Polignano a Mare, 2014). Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero.

Opere