MAX BI. URBAN ANIMALS
Giovedì 7 maggio inaugureremo un nuovo spazio, dopo quelli di Brescia e Iseo una nuova galleria, stavolta virtuale, che apriremo ai visitatori con un amplia selezione di opere inedite dell’artista Max Bi. Opere dal ciclo “Urban animals” di generose dimensioni, coloratissime e gioiose, per respingere la negatività di questo periodo e per ricordarci che la terra, le città, possono sopravvivere a noi, mentre gli animali invece trovano spontaneo viverle anche in nostra assenza. La mostra sarà visibile in un grande e innovativo spazio appositamente allestito che si potrà visitare a 360° per tutto il tempo che si vorrà, con la possibilità di soffermarsi sulle singole opere, ingrandendo ogni dettaglio oppure apprezzandole sulle pareti come in una vera e propria galleria. Le opere di Max Bi esposte in mostra si caratterizzano per un linguaggio unitario e raffigurano immaginari paesaggi urbani abitati esclusivamente da figure animali. Sulle diverse tele sono rappresentate città deserte, in cui la presenza umana ha lasciato libero spazio all’azione animale: squali, lupi, pappagalli, giraffe e molti altri sono gli unici protagonisti di questa narrazione per immagini, e campeggiano in primo piano su sfondi creati sovrapponendo in modo irregolare elementi dai colori brillanti. Si tratta in realtà di animali dai tratti antropomorfi: ai loro musi, infatti, l’artista ha voluto affidare sguardi ed espressioni antropiche tratte dal proprio quotidiano, fermando le espressioni colte sui volti del proprio barista, del giornalaio, di un parente “perchè ognuno di noi ha delle espressioni che richiamano chi una formica, chi una giraffa, chi un elefante”, come afferma egli stesso.
In queste opere animali e uomini si scambiano di ruolo, e i primi si trovano ad abitare i luoghi dei secondi, dando vita a scene che richiamano alla memoria immagini vissute in questo preciso momento storico, in cui la natura riguadagna spazio a scapito di una presenza umana nascosta. Queste opere non possono che farci riflettere su una realtà vicina, in cui l’artista lascia al fruitore il compito di decidere se queste città rappresentano la libertà o una gabbia. Il linguaggio artistico di Max Bi è il risultato di una ricerca figurativa lunga vent’anni, in cui l’artista ha sperimentato una commistione di linguaggi e svariate tecniche espressive. Il risultato di questa continua ricerca della novità e del cambiamento lo porta a una resa che trae chiara ispirazione dal panorama iconografico della Pop Art italiana, come dalle maschere tribali di Paladino o dal graffitismo alla Basquiat. Gli animali di Max Bi, infatti, sono definiti in modo fumettistico da cromie sgargianti e acide, richiamando il linguaggio dei cartoon, e sono resi attraverso tratti grafici sfrangiati e nervosi, in cui il colore esplode seppur mantenendo un’armoniacromatica complessiva.