All’interno delle opere scultoree di Daniele Papuli (Maglie, Lecce, 1971) il semplice foglio di carta, diviene inaspettatamente protagonista, ponendosi come elemento modulare capace di generare varie ed infinite combinazioni e composizioni. La peculiare scelta della materia generatrice di tale ricerca artistica è in realtà frutto di un processo di indagine approfondita e consapevole: dedicato un primo periodo berlinese di sperimentazione tra gesso, legno e pietra, nel 1995 Papuli riscopre il potere inaspettato della carta e delle sue infinite potenzialità. Fogli immacolati, ritagli di giornali, nastri naturali o sintetici, fibra di poliestere divengono humus tra le mani dell’artista nell’atto di creazione delle sue opere-installazione, una sostanza organica generatrice di nuove forme e vitalità.
La natura apparentemente delicata e fragile del singolo elemento cartaceo è ora concepita e restituita dall’artista in una dimensione di collettività - che si traduce in centinaia e centinaia di componenti. L’opera si pone quindi come monolite compatto, solido, fortemente definito, sorprendentemente dotato di una vitalità inconsueta, capace di intrappolare le cangianti sfumature cromatiche della luce e dell’ombra. Il risultato di tale processo è la creazione di sculture parietali che occupano lo spazio connotandolo profondamente grazie alle cromie intense e brillanti, come oggetti appartenenti ad un nuovo, complesso e variopinto design contemporaneo.