Elena Monzo

Sensuali, libere e provocanti. Le donne raffigurate dall’artista Elena Monzo (Orzinuovi, BS, 1981) abitano lo spazio dell'opera come protagoniste assolute di un racconto esotico, capace di stimolare nel fruitore curiosità e attrazione. Ciò che le contraddistingue e connota è, infatti, la loro disinvoltura che, sdoganata da qualsiasi forma di perbenismo e costrutto sociale, permette loro di ostentare una padronanza del proprio corpo e una libertà profondamente distante dalla dimensione quotidiana di chi le osserva. Esplicitamente ispirate dalle tradizione e dal gusto orientale, queste figure irrompono sulla fragile carta, attraverso linee tracciate a mano libera, imperfette, tremolanti, quasi corrotte, fino a riempirsi della forza del colore che, applicato alternando all’acquerello la tecnica del collage - attraverso l'applicazione di variopinti tessuti e vivaci glitter...

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- ne restituisce la trasgressione che le connota. All’interno delle sue opere, Elena Monzo propone un linguaggio ossimorico, conciliando sinuosità e malizia, dolcezza e viziosità, dando vita ad un immaginario caleidoscopico, attraverso il quale risulta inevitabile perdersi all’interno delle sue sfumature e giochi di forme, luce e colore, elementi, questi, che si ripetono nei  suoi lavori in maniera quasi ossessiva, tramutando però nel passaggio da una sagoma all’altra, restituendo così un immaginario costante, capace di modificarsi e mutare nel suo emergere dal supporto stesso. Le ballerine, i teatranti, le ginnaste, drag queen o transgender della Monzo catturano e attraggono l’occhio di chi guarda con il loro provocatorio esibizionismo, con le loro complesse contorsioni corporee e con la consapevole ostentazione di pose enfatiche, trasportando così il fruitore in una dimensione quasi voyeurista, esaltata dalla profondità surreale di uno sfondo tenebroso, capace di evocare il lato più primordiale dell'essere umano.

 

Opere