San Giovanni in Persiceto (Bo), 1980
Un divertissement ispirato all’immaginario ludico infantile, un “caos calmo”, ordinato nel suo mondo scenografico e surreale dove si accumulano, come derive sognanti di ipotetici naufragi, oggetti, animali, vegetali in ambienti incontaminati, paesaggi con un orizzonte che sconfina nei canneti tipici del paesaggio lacustre emiliano dove vive e lavora; oppure cataste di cose, come materassi, scatole, mobili, trenini, libri, uova primordiali e mascheroni da circo ammassate, alla deriva, in profondità marine, metafora dei meandri della psiche, dove sprofonda la parte sommersa dell'Iceberg freudiano, il nostro inconscio. Questi sono gli elementi che dominano la ricerca del bolognese Luca Moscariello, incentrata sul valore del tempo, analizzato con la tecnica tradizionale della pittura su tavola attraverso oggetti che sembrano contendersi il proscenio di uno scenario teatrale, con “un’attitudine barocca alla mise en scène” (Ivan Quaroni).