Elementi compositivi insoliti e particolari si alternano come fossero trame di un’opera ancora da scoprire e osservare con attenzione. Strisce di velluto, nastri di raso o in lucente lurex, fili in cotone mouliné multicolor, ma anche metri da sartoria, frammenti di spartiti musicali e strisce con impresse frasi di testi letterari: questi gli oggetti trovati e raccolti nel corso delle giornate di Mimmo Iacopino, artista che segue e accoglie l’insegnamento del Dadaismo, creando intrecci unici e irripetibili. Ci troviamo, infatti, di fronte a una vera e propria geometria dadaista, nata e osservata nel caos del mondo ordinario e trasportata poi nel logico e lucido mondo dell’astrazione. Quasi volesse riordinare la confusione e il turbamento dell’universo in cui nasciamo e viviamo, Iacopino si muove tra l'impulso astratto razionalista di dare un ordinamento logico al mondo e la pratica dadaista di conferire inusitata presenza scenica in ambito artistico all'oggetto di uso quotidiano.