Mimmo Iacopino

Elementi compositivi insoliti e particolari si alternano come fossero trame di un’opera ancora da scoprire e osservare con attenzione. Strisce di velluto, nastri di raso o in lucente lurex, fili in cotone mouliné multicolor, ma anche metri da sartoria, frammenti di spartiti musicali e strisce con impresse frasi di testi letterari: questi gli oggetti trovati e raccolti nel corso delle giornate di Mimmo Iacopino, artista che segue e accoglie l’insegnamento del Dadaismo, creando intrecci unici e irripetibili. Ci troviamo, infatti, di fronte a una vera e propria geometria dadaista, nata e osservata nel caos del mondo ordinario e trasportata poi nel logico e lucido mondo dell’astrazione. Quasi volesse riordinare la confusione e il turbamento dell’universo in cui nasciamo e viviamo, Iacopino si muove tra l'impulso astratto razionalista di dare un ordinamento logico al mondo e la pratica dadaista di conferire inusitata presenza scenica in ambito artistico all'oggetto di uso quotidiano.

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Le sue  opere accolgono infatti elementi compositivi insoliti, materiali decontestualizzati rispetto al loro abituale campo di esistenza,  assunti a elementi  artistici  e  composti  in   trame  e   orditi   geometrici  o   ispirati   a   modulazioni aritmetiche, seguendo regole matematiche di quella che può essere definita un’ “ordinata follia”. L’objet trouvé dadaista è quindi arricchito dal continuo espandersi dell’intreccio di trame geometriche dall’effetto tridimensionale e straniante, accentuato dal ritmo della ripetizione cromatica, ipnotica ed enigmatica, dove ciascun elemento assolve alla funzione di segno moltiplicato, coinvolgendo così lo spettatore in un sempre diverso dialogo con la materia pittorica della sua arte.

Opere